martedì 13 aprile 2010

LETTORE CD PER DJ PIONEER CDJ 200


PIONEER CDJ200 - LETTORE CD




Questo compatto lettore comprende caratteristiche innovative, quali playback MP3 a funzioni complete, looping ed un unico Beat Cutter con un solo pulsante.

Ma la bellezza di CDJ-200 emana anche all’esterno. Il design del prodotto è magnifico, l’unità robusta e portatile. Pertanto, questo deck piacerà sicuramente ai DJ che si spostano come a quelli che operano in casa, nei bar, nelle discoteche e a tutte le strutture in cui lo spazio è limitato.



Caratteristiche:



Controllo prestazioni CDJ-200

Hot Loop Si

Quick Start Si

Auto Beat Loop / Emergency Si

Beat / Loop Cutter Si

Real Time Seamless Loop Si

Regolazione ingresso/uscita Adjust uscita

Reloop Si

Digital Jog Break Jet, Zip & Wah

Memoria CDJ-200

Cue / Loop Memory Si

Meccanismo anti-shock Si

Controllo CD CDJ-200

Formato manopola Jog Dial 100,0 mm

Tipo di manopola Jog Dial Jog Dial

Modalità Jog Modalità CDJ

Pitch Bend Si

Fader Start / Back Cue start Si

Relay Play Si

Frame Search 1/75 Sec

Tempo CDJ-200

Master Tempo Si

Incrementi Tempo Control 0.02% at +/-6%, 0.05 at +/- 10% & 16%

Range Tempo Control (CD) +/- 6%, +/- 10%, +/- 16%

Contatore BPM Si

Slot di caricamento frontale per CD Si

Funzioni Cue CDJ-200

Cue automatico Si

Cue manuale Si

Real Time Cue Si

Campionatore di punti cue Si

Display CDJ-200

Playing Address Si

Generali CDJ-200

Caricamento del supporto Slot

Headphone Output Si

Sistema anti vibrazione Si

Uscita analogica Si

Uscita digitale Si

Tipologia dischi CD da 12 & 8 cm

Formato dischi CD, CD-R, CD-RW, MP3 CD

MP3 MPEG-1 32 - 320 Kbps / MPEG-2 16 - 160 Kbps

Ricerca per cartella MP3 Si

Accessori in dotazione Cavo di almentazione, manuale, cavo phono stereo, cavo di controllo, chiave di espulsione forzata

Specifiche tecniche CDJ-200

Risposta in frequenza 4 Hz ~ 20 kHz

Rapporto Segnale/Rumore maggiore di 110 dB (EIAJ)

Distorsione armonica totale 0.006% (EIAJ)

Power Consumption 16 W

Alimentazione 2 20 - 240 V, 50/60 Hz

Dimensioni (L x A x P) 216 x 292 x 99.5 mm

Peso netto 3.2 kg

LETTORE CD PER DJ PIONEER CDJ 400

PIONEER CDJ400 - LETTORE CD




Deck versatile e future-packed per aspiranti DJ.

Sviluppato per DJ e VJ e ispirato alla nostra serie standard CDJ-1000, il modello CDJ-400 è un lettore flessibile e dalle performance accessibili sia per aspiranti DJ da club che per un uso domestico.

Il modello CDJ-400 permette di riprodurre la tua collezione di MP3 memorizzati su dischi CD-R/RW, su dispositivi USB, su hard disk esterni e su dispositivi generici portatili.

Inoltre il deck si distingue per il primo Scratch Jog Effects al mondo, con tre effetti di scratch e una sorprendente nuova funzione Loop Divide.

Quasi tutti i pulsanti e le funzioni di slider possono inviare dati MIDI tramite l’uscita USB, permettendo al deck di controllare i software DJ esterni come il nostro DJS, un software di mixaggio MP3 che emula sul tuo PC un completo sistema DJ Pioneer. Include 8 effetti innovativi, un display a forma d’onda con gestione dei punti di cue/loop e la possibilità di convertire segnali CD/line in formato MP3 attraverso la facile gestione di una libreria musicale.

Altre applicazioni di terze parti sono comunque supportate, come il Serato Scratch LIVE su PC o MAC.

Il deck CDJ-400 è il compagno perfetto per il mixer DJM-400 e insieme forniscono il set-up da festa casalinga defenitvo.



Caratteristiche:



Controllo prestazioni CDJ-400

Quick Start Si

Reverse Si

Real Time Seamless Loop Si

Regolazione ingresso/uscita Out Adjust

Reloop Si

Digital Jog Break Jet,Roll,Wah

Memoria CDJ-400

USB Memory Stick Enabled Si

Memoria Interna

Cue / Loop Memory Si

Meccanismo anti-shock Si

Controllo CD CDJ-400

Formato manopola Jog Dial 115,0 mm

Tipo di manopola Jog Dial Touch sensitive

Modalità Jog CDJ / Modalità vinile

Pitch Bend Si

Scratch Play / Cue Si

Fader Start / Back Cue start Si

Relay Play Si

Tempo CDJ-400

Master Tempo Si

Range Tempo Control (CD) +/- 6%, +/- 10%, +/- 16%

Contatore BPM Si

Slot di caricamento frontale per CD Si

Funzioni Cue CDJ-400

Cue automatico Si

Cue manuale Si

Real Time Cue Si

Display CDJ-400

Playing Address Si

Generali CDJ-400

Caricamento del supporto Slot

Sistema anti vibrazione Si

Uscita analogica 1 stereo RCA

Uscita digitale Si

Tipologia dischi CDs 12 cm

Formato dischi CD, CD-R, CD-RW, MP3 CD

MP3 MPEG-1 32Kbps - 320 Kbps / MPEG-2 16 Kbps - 160 Kbps

Ricerca per cartella MP3 Si

Accessori in dotazione Cavo di alimentazione, manuale d'uso, cavo phono stereo, cavo di controllo, chiave di espulsione forzata, cacciavite Jog Wheel

Specifiche tecniche CDJ-400

Risposta in frequenza 4 Hz ~ 20 kHz

Rapporto Segnale/Rumore 115 dB o superiore (JEITA)

Distorsione armonica totale 0,006 % (JEITA)

Alimentazione 220 - 240 V, 50/60 Hz

Dimensioni (L x A x P) 217.9 x 107.5 x 296.3 mm



euro 729,00

CONSOLE PROFESSIONALE PER DJ PRODIGY B 52 FX

B 52 PRODIGY FX Workstation professionale per discoteca, con 2 lettori CD/MP3 con 4 effetti contemporanei e buffer di memoria indipendenti ed eccellente mixer 4 canali VCA, racciusa in robusto flight case standard ATA. Questa workstation è dotata con tutte le caratteristiche necessarie per un DJ Set di altissimo livello, con un'ampia gamma di effetti DSP con controlli dei parametri sia automatici che manuali, master tempo, campionatore, hot cues, fader start integrato, vera EQ kill a 3 bande in ogni canale, 3 ingressi MIC con riverbero DSP dedicato, crossfader VCA Accutrack™ a doppio binario, controllo della curva del crossfader, loop senza interruzione, loop degli effetti, uscite dirette del CD ed ingressi del mixer per uso con Serato Scratch Live, Synchroscience TORQ e tutti gli altri software con codice di tempo. L'accuratezza dei jog, la facilità di individuazione del brano (con indicazione del nome) sia CD che MP3 (con possibilità di scrollare fra i folder), la precisione dei punti Cue e dei campioni (fino a 1500!) richiambili tramite tre tasti numerati, la variazione di velocità fino al 100%, la memoria per salvare le impostazioni ed il grande display blu renderanno il tuo DJ Set veramente professionale! Dati della scheda tecnica Tipo sistema : Postazione per discoteca con mixer a 4 canali e 2 lettori CD Alimentazione : 220V Alimentazione Phantom : 15V su ingressi micro Connettori di ingresso : Combo per microfoni, pin-jack per tutti gli ingressi linea e phono, mini-jack da 3,5mm. per lettore MP3 Ingressi : 3 Mic, 4 Line, 1 MP3, 2 Phono Sensibilità ingresso : Mic - 6,3mV Line & MP3 - 200mV Phono - 3,16mV Impedenza di ingresso : Mic - 2kOhm Line & MP3- 20kOhm Phono - 47kOhm Connettori di uscita : XLR e pin-jack Uscite : ANALOGICHE - Master XLR e pin-jack, Booth & Registrazione DIGITALI - Pin-jack formato S/PDIF Livelli di uscita : XLR +4dBu Pin-jack -10dBV Impedenza di uscita : Master XLR: 600Ohm; Master pin-jack: 300Ohm; Direct CD: 470Ohm; altre uscite 1kOhm Impedenza uscita cuffia : 32Ohm Controlli di tono : alti; medi; bassi Distorsione (THD+N) : inferiore allo 0,05% Equalizzazione canale ingresso stereo : alti: -inf + 12dB; medi: -inf + 12dB; bassi: -inf + 12dB; Effetti incorporati : Fino a 4 effetti contemporanei per i lettori CD selezionabili fra SCRATCH/SKID, FILTER/PHASE, ECHO/FLANGER, TRANS/PAN, con valori su tempo metronomico, TAP o regolazione di due parametri tramite manopole. Riverbero per Mic 1 & 2. Variatore di velocità: -/+4%; +/-8%; +/-16% e +/-100%. Campionatore con 3 memorie CUE con 1.500 punti di memoria e Reloop. Guadagno : -30dB / 0dB Assorbimento corrente : 58W Risposta in frequenza : 20Hz - 20kHz Rapporto S/N : Superiore ad 80dB Indicatori (LED) : Scala con 10 led per ogni canale d'ingresso, scale separate per Master canale sinistro e destro con 10 led ciascuna Raffreddamento : Ventole Unità rack : Fornito in flight case standard ATA Peso Netto : 11.21 kg(24.718lb ) Dimensioni (L x A x P) : mm. 752 x 208 x 472 completo in fligh case mm. 664 x 109 x 334 fuori dal fligh case





euro 999,00

Come abbinare amplificatore e casse

Problemi di potenza, impedenza, sensibilità etc.


Per chi è a completo digiuno di nozioni tecniche di elettronica di base addentrarsi nella giungla di numeri, sigle e simboli che rappresentano le specifiche tecniche di ampli e casse può apparire una avventura senza ritorno certo.

Tuttavia, vedremo che abbinare un amplificatore ad una coppia di casse richiede molto meno di una laurea in ingegneria elettronica, basta qualche nozione facile facile e tanto buon senso.



Che potenza serve?

L'argomento è stato già ampiamente trattato nell'articolo Come scegliere l'amplificatore e non vorrei ripetere qui i concetti già espressi. In questa sede mi preme di più insistere sul legame tra potenza di un amplificatore e potenza max sopportabile dalle casse acustiche.

Chiariamo innanzitutto che le casse non hanno una "potenza" di per sè, semmai sono in grado (o meno) di sopportarne una. Quindi, quando sul retro della cassa c'è scritto "potenza max. 100 watt RMS" significa che tali diffusori possono sostenere al massimo una potenza CONTINUA di 100 watt senza rompersi.

Se fosse indicata anche una potenza "di picco" (quindi NON RMS!!!!) questo potrebbe avere diversi significati a seconda dello standard deciso dal Costruttore. In linea di massima e generalizzando molto, si potrebbe dire che la potenza di picco è quella che gli altoparlanti possono tollerare per brevissimi istanti (decimi di secondo) prima di passare a miglior vita.

C'è anche da dire che molto spesso queste potenze indicate sono molto ottimistiche e che, comunque, e più facile rompere un altoparlante con un amplificatore piccolo di bassa potenza portato all'estremo delle sue capacità piuttosto che con un ampli molto potente fatto funzionare in regime di tutta tranquillità per i suoi circuiti.



Di conseguenza, la domanda "Ho un ampli da 50 watt, che casse ci devo mettere?" è piuttosto inutile e fuorviante. Il problema è infatti un altro: la sensibilità delle casse, non sempre dichiarata e spesso, anche questa, molto ottimistica.

Si tratta del numeretto, espresso in dB, che talvolta trovate sul retro della cassa ed indica la pressione sonora che gli altoparlanti possono generare ad un metro di distanza quando ricevono un segnale di 1 watt di potenza. Più alto è questo numeretto, più forte suonerà la cassa a parità di amplificatore.

Non è, di per sè, un indice della qualità della cassa, quanto il segno di una certa filosofia progettuale. Per altri chiarimenti sull'argomento vi rimando all'articolo Come scegliere i diffusori. Diciamo che, orientativamente, la maggioranza dei diffusori in commercio ha una sensibilità compresa tra gli 86 ed i 90 dB. Di conseguenza, se volete che il vostro impianto suoni più forte dovete:



Scegliere un ampli più potente e/o

scegliere dei diffusori più sensibili.

Tenete conto che, orientativamente, un ampli 50 watt e dei diffusori da 88 dB generano una pressione sonora molto elevata in un ambiente di medie dimensioni. Più piccola è la stanza e meno esigenze, in termini di potenza e di sensibilità, avrete.

4 ohm, 6 ohm, 8 ohm...che significa?

Anche a questa domanda trovate risposta nell'articolo Come scegliere i diffusori. In questa sede vorrei rispondere ad un'altra domanda molto frequente: se l'ampli ha uscite da 8 ohm e le casse sono da 4 ohm....che succede?

Cerchiamo di capirci, queste indicazioni tecniche che trovate sul retro degli apparecchi sono MOLTO generiche e non vanno prese come diktat assoluti.

In linea del tutto generale considerate che all'abbassarsi dell'impedenza (quella che si misura in ohm, appunto) all'amplificatore è richiesto di erogare più corrente. Questo di per sè non è un male, basta non esagerare.

Se sul retro del vostro ampli c'è scritto "impedenza minima 4 ohm" forse non è sano collegarci diffusori da 2 ohm. Potrebbe non gradire :-)

Così come se ci fosse scritto "impedenza minima 8 ohm" forse (dico, forse!) si potrebbe trovare in difficoltà a pilotare diffusori da 4 ohm.

Normalmente, la stragrande maggioranza degli amplificatori in commercio non ha più alcun problema a pilotare carichi difficili (cioè bassi), diciamo anche sotto i 4 ohm.

Quindi, niente panico! Solo un'avvertenza: collegare una seconda coppia di casse (in parallelo a quelle principali) causa un dimezzamento dell'impedenza, il che significa che 4 casse da 4 ohm sono equivalenti a due da 2 ohm....quindi occhio che l'ampli potrebbe non gradire sul serio :-)

D'altra parte dovreste già sapere, se aveste letto qualche articolo di questa sezione di FAQ che 4 casse sono del tutto inutili (anzi dannose) quando si ascolta in semplice stereofonia. Diverso è il discorso dell'Home Theater, ma in questo caso gli amplificatori sono già nati per amplificare SEPARATAMENTE più coppie di casse, quindi il problema non si pone. Questo non significa che siano migliori, semplicemente sono nati per scopi diversi.



In definitiva, state tranquilli: se il vostro ampli è di tipo "commerciale" (intendo di grande marca giapponese e prezzo non elevato) con tutta probabilità dispone di protezioni elettroniche che lo salvaguardano da impegni troppo gravosi oltre le sue possibilità. Quindi non si rompe.

Se invece disponete di una amplificazione "audiophile" questa normalmente è priva di protezioni (considerate spesso - anche a torto - dannose ai fini del "buon suono") ma essa sarà in grado di pilotare carichi anche molto difficili, quindi, anche in questo caso, potete star tranquilli. Ovviamente, basta non pretendere la luna cercando di far pilotare ad un integratino da mezzo milione dei diffusori che scendono allegramente sotto 1 ohm di impedenza :-)



Il discorso di quanto difficile sia il pilotaggio di un diffusore, purtroppo, non si limita al mero e misero dato numerico dell'impedenza (modulo in ohm). Questa è solo la punta dell'iceberg!!!

In realtà influiscono molti altri fattori (andamento della fase, impedenza in funzione della frequenza etc.) che possono rendere la vita difficile a diversi amplificatori.

Questi dati non sono dichiarati e, anche se lo fossero, non sarebbero di immediata comprensione. In sostanza, non meravigliatevi se tra due diffusori dichiarati da 8 ohm canonici, uno sia molto più ostico da pilotare rispetto all'altro. Il dato dell'impedenza (8 ohm, ad es.) è infatti solo una "media" dei valori su tutto l'arco dello spettro audio riprodotto.

Questo significa che il diffusore potrebbe presentare valori molto diversi a seconda della frequenza. Ad esempio, l'impedenza potrebbe scendere a 3 ohm sulle basse frequenze (toni bassi) e poi magari risalire a 16 ohm sulle alte o viceversa, presentando tutta una serie di oscillazioni...nel frattempo.

Non c'è comunque di che preoccuparsi troppo, i moderni amplificatori sono costruiti per far fronte alle richieste più indecenti da parte dei diffusori.



Conclusioni

Questo articolo dovrebbe avervi aiutato a chiarire qualche dubbio sui dati misteriosi che appaiono scritti nel retro di ampli e casse. Basta usare un po' di buonsenso e le poche, semplici osservazioni che avete letto per dormire sonni tranquilli.

Come scegliere le casse

Sicuramente le casse sono tra i componenti HiFi di più difficile scelta.


Cercheremo intanto di capire alcuni concetti di base per poi addentrarci nella disamina di alcuni possibili criteri di scelta.

Le casse (o diffusori, speakers o sistemi di altoparlanti che dir si voglia) hanno il delicatissimo compito di trasformare il segnale elettrico che proviene dall'amplificatore in segnale acustico percepibile dal nostro orecchio.

A seconda del metodo utilizzato per attuare tale trasduzione esse si dividono in diverse categorie. Non è mia intenzione fare qui un elenco di tecniche di trasduzione, che possono essere complicate da capire per chi si avvicina all'Alta Fedeltà per la prima volta e non ha un minimo di background tecnico alle spalle.

Per amore di semplicità tratteremo qui solo di altoparlanti dinamici che poi rappresentano il 90-95 % del mercato.





Il principio di funzionamento

Il principio in base al quale gli altoparlanti dinamici funzionano è grosso modo il seguente:

una bobina, solidale con la membrana dell'altoparlante, è immersa in un campo magnetico generato da un.... magnete (si, la calamita che c'è dietro gli altoparlanti). Il passaggio della corrente alternata (il segnale musicale) prodotta dall'amplificatore genera nella bobina una forza elettromotrice che la fa spostare avanti ed indietro all'interno del campo magnetico. Conseguentemente, essendo la membrana dell'altoparlante solidale con la bobina, l'altoparlante stesso viene posto in movimento generando così uno spostamento d'aria, cioè onde sonore.

Spero che questa spiegazione molto semplice non abbia fatto troppo inorridire gli esperti del settore.

I tipi di altoparlanti

Il segnale udibile dall'orecchio umano si estende (ottimisticamente) dai 20 ai 20.000 Hz (unità di misura della frequenza). 20 Hz rappresentano un tono molto basso mentre 20.000 Hz un tono molto acuto.

Per diverse ragioni fisiche è estremamente difficile che un solo altoparlante riesca a riprodurre tutta la gamma di frequenza da 20 a 20.0000 Hz. Ecco perchè nelle casse troverete spesso almeno due altoparlanti. In sostanza si divide il compito tra due o più altoparlanti specifici per una certa gamma di frequenze. Il numero di tali divisioni viene conteggiato in vie, per cui se si divide il segnale audio in due porzioni, frequenze alte e frequenze basse, si dirà che quella cassa è a due vie e questo indipendentemente da quanti altoparlanti abbia.

Ad esempio, una cassa a due vie può avere tre altoparlanti per le frequenze alte e quattro per quelle basse.

Gli altoparlanti per le frequenze basse vengono chiamati woofers, quelli per le alte tweeters e quelli per le medie frequenze midrange.

Il crossover

La divisione della gamma audio in porzioni (o vie) viene effettuata da un circuito elettrico passivo interno alla cassa detto filtro crossover o più semplicemente crossover.

Tale filtro divide il segnale audio proveniente dall'amplificatore in più vie e può anche svolgere altre funzioni più complesse come regolarizzare l'impedenza o l'abbinamento dei diversi altoparlanti. Normalmente è costituito da condensatori, resistenze ed induttanze.

La costruzione

Semplicisticamente possiamo dividere le casse dinamiche in tre grandi famiglie, a seconda che il mobile sia completamente chiuso o aperto verso l'esterno:

sospensione pneumatica (cassa chiusa), bass reflex (cassa aperta tramite un tubo) e linea di trasmissione (cassa aperta tramite un labirinto acustico).

Non esistono, come per tutti gli altri oggetti HiFi, dei principi di costruzione intrinsecamente migliori di altri. Ogni approccio ha dei pro e dei contro.

Un metodo semplice per verificare la bontà e la qualità di costruzione del mobile della cassa è verificare quanto questo sia sordo. In sostanza il mobile non deve risuonare, quando sollecitato dagli altoparlanti. Provate quindi a battere con le nocche le pareti del mobile e verificate che non risuonino troppo. La solidità ed il peso della cassa sono già un buon biglietto di presentazione.

Nel sistema a sospensione pneumatica (cassa chiusa senza buco) le frequenze emesse dalla parte posteriore del woofer sono in pratica eliminate. L'aria chiusa all'interno fa da elemento elastico per controllare il movimento dell'altoparlante.

Nei sistemi bass reflex (o simili) l'emissione posteriore del woofer viene accordata su una certa frequenza tramite un tubo in modo tale che contribuisca anch'essa alla risposta sui bassi della cassa.



Quanto spendere

Una volta si consigliava di spendere il più possibile nelle casse (anche il 50% e più dell'intero costo dell'impianto) perchè le si riteneva il componente più importante in un catena audio.

Logica insegna però che se il segnale a monte di esse è scadente, le nostre casse, per quanto sofisticate, possono fare davvero poco. Anzi, più sono raffinate e più riveleranno eventuali difetti dei componenti (sorgente ed amplificatore) a monte di esse.

Per un primo impianto si può spendere anche meno di 500.000 e portarsi a casa delle casse di buona qualità, niente di stratosferico ma già un'ottima base di partenza.

Se davvero volete spendere il meno possibile potete dare un'occhiata alle proposte economiche di alcuni costruttori italiani quali Indiana Line, RCF e Chario.

Grazie al fatto di essere prodotte in Italia e quindi vendute senza vergognosi ricarichi, offrono un eccellente rapporto qualità/prezzo, oltre che un'assistenza post-vendita semplicemente imbattibile.

Inoltre gli altoparlanti utilizzati sono nella maggior parte dei casi prodotti in proprio, a garanzia di una reperibilità immediata di eventuali ricambi.

Fate anche attenzione ad eventuali saldi di fine stagione che spesso si trovano nei negozi.

Infatti, a causa del frequente ricambio dei modelli, a volte dettato solo da ragioni di marketing più che da motivazioni di reale miglioramento tecnico, si riescono ad acquistare modelli di due o tre anni fa a prezzi molto convenienti.

Viceversa il discorso dell'usato nel campo dei diffusori è molto delicato e va affrontato solo se sapete esattamente cosa e come valutare. Si possono fare eccellenti acquisti ma anche prendere sonore (!) fregature.

Permettetemi quindi di sorvolare sull'argomento in questa trattazione.



Che tipo di casse scegliere una volta fissato il nostro budget ?

Intanto dobbiamo pensare alla loro sistemazione in casa ed agli spazi che realisticamente gli possiamo dedicare. Mentre un amplificatore lo si può mettere dove più ci è comodo, le casse necessitano di una installazione accurata pena la perdita della metà del loro potenziale.

Ci sono casse espressamente progettate per stare a pavimento ed altre per stare su dei supporti dedicati. Occorre tener conto anche di questo in fase di decisione del budget poichè i supporti, ove richiesti, non sono un optional che possiamo anche trascurare, ma fanno parte integrante del sistema di riproduzione.

Una volta deciso il budget e lo spazio che possiamo dedicare al posizionamento ottimale dei diffusori possiamo pensare ad altri aspetti.



Le caratteristiche tecniche

La prima domanda che in genere si fa è: che potenza?

Fortunatamente la risposta è semplice: così come per gli amplificatori la potenza non è un parametro così importante.

Intanto per le casse la potenza è intesa come potenza sopportata in quanto, essendo componenti passivi, di proprio non possono generare un bel nulla. Quindi è completamente sbagliato ritenere che casse più potenti, col significato appena visto, suonino più forte...non sono mica amplificatori!!!

Permettetemi un paragone automobilistico: tutti sappiamo che le gomme delle nostre auto hanno dei codici che ne identificano l'utilizzo: ad esempio, le gomme di serie R sono garantite per velocità sino a 170 km/h mentre quelle di categoria H sono per velocità fino a 210 km/h.

Bene, è perfettamente naturale che montare gomme di serie H su una Fiat Panda non farà aumentare la potenza del motore della stessa.

Così per le casse. Collegare casse da 500 Watts ad un amplificatore da 25 Watts non farà suonare più forte l'impianto, chiaro?

In realtà il parametro che identifica la capacità di una cassa a suonare più forte a parità di potenza dell'amplificatore esiste e va sotto il nome di efficienza (o, meglio, sensibilità). Una cassa ad alta efficienza produrrà una pressione acustica, misurabile in deciBel (dB), superiore a quella prodotta da una cassa a bassa efficienza. Si dice che una cassa ha una efficienza (o sensibilità, non è esattamente lo stesso ma ci basta) di 90 dB se questa è la pressione sonora prodotta con 1 Watt di potenza ad 1 metro di distanza.

Ovviamente vi aspettate che vi dica dove sta l'inghippo. Bene, è chiaro che in un mondo ideale le casse ad alta efficienza sarebbero le più desiderabili, purtroppo nella realtà costruire dei diffusori siffatti comporta tutta una serie di problemi tecnici che limitano fortemente le possibilità dei costruttori, non ultimo l'alto costo dei buoni altoparlanti con tali caratteristiche.

Diciamo che si cerca sempre un buon compromesso tra efficienza, musicalità e costi.

Una cassa con un'efficienza compresa tra gli 87 ed i 90 dB è considerata di efficienza media.

Una volta chiariti i concetti di potenza e di efficienza non pensiate che sia finita qui.

A complicarci ulteriormente la vita intervengono altri parametri che concorrono alla determinazione delle caratteristiche tecniche di un diffusore. Tra i più importanti c'è sicuramente quello del carico elettrico offerto all'amplificatore. Le casse, come abbiamo visto, sono dei circuiti elettrici piuttosto semplici sui quali l'amplificatore deve far passare il segnale musicale.

Più è facile il carico visto dall'amplificatore più questo potrà esprimersi al suo meglio.

Ma come si fa a capire se una cassa è facile da pilotare?

Oltre alla potenza, nel retro della cassa troverete anche un altro dato: l'impedenza. Purtroppo il numeretto che leggerete raramente corrisponderà alla realtà. Infatti, nel 90% dei casi troverete scritto Impedenza : 8 Ohms. Ora, senza scendere in dettagli noiosi, diciamo quel parametro non è mai realmente 8 ohms ma varia a seconda della frequenza (può scendere a 4 Ohms o meno sulle frequenze basse e viceversa). Dunque per voi, a meno di non fare un test tecnico alle casse (cosa della quale si occupano molte riviste specializzate), non c'è modo di scoprire se quella data cassa è un carico facile o difficile per il vostro amplificatore. E allora? Si utilizza lo strumento di misura più sofisticato esistente: il vostro orecchio. Giudicate il suono e la dinamica in particolare. Se in alcuni passaggi musicali particolamente impegnativi vi sembra che il suono perda di vitalità questo può essere da attribuire all'amplificatore che non riesce a pilotare quella cassa come dovrebbe.

Ciò non significa che l'amplificatore è scadente, ma solo che quelle casse hanno bisogno di qualcosa di più muscoloso e ciò non significa affatto più potente.

È sostanzialmente una questione di sinergia tra ampli e casse.

Fortunatamente i moderni amplificatori, quelli progettati pensando alla Musica e non agli optionals, riescono a pilotare sufficientemente bene la stragrande maggioranza dei diffusori in commercio.



L'impedenza in sè non ha alcuna relazione con la qualità della cassa. Contrariamente a quanto può suggerire l'intuito non è affatto vero che una impedenza più bassa indichi un diffusore più facile da pilotare. Anzi, è proprio il contrario!

Basta ricordarsi che a 0 Ohm si ha il classico cortocircuito elettrico ovvero polo positivo e negativo collegati insieme (e sapete quel che succede qualora vi capitasse una cosa del genere nell'impianto elettrico di casa...). Quindi, paradossalmente, più si sta lontani dallo zero e meglio è. 8 Ohms sono una impedenza di tutta sicurezza per tutti gli amplificatori, 4 Ohm vanno ancora bene ma è meglio usare allora amplificatori ben dotati in termini di capacità di pilotaggio (quasi tutti gli amplificatori moderni possono pilotare diffusori da 4 ohm).



Quante vie?

Altra domanda classica. La risposta è, naturalmente, dipende.

La logica ci dice che, a parità di costo, se una cassa ha due altoparlanti essi saranno di qualità superiore rispetto a quelli di una che ne ha tre. Oppure, a parità di qualità degli altoparlanti, maggior cura realizzativa sarà profusa nella costruzione del mobile, nei materiali e nel crossover.

D'altra parte abbiamo visto che una cassa a due vie può anche avere più di due altoparlanti.

Le distinzioni da fare dunque sono due:

a parità di costo meno altoparlanti si utilizzano più sarà elevata la qualità degli stessi e/o della costruzione della cassa (mobile, materiali, finitura, crossover etc).

Ancora secondo logica, essendo la cassa ideale dotata di un unico altoparlante puntiforme che riproduce perfettamente tutte le frequenze, meno altoparlanti si utilizzano meglio si approssima tale situazione ideale. È già piuttosto complicato mettere d'accordo un woofer ed un tweeter, pensate quanto la faccenda si complichi dovendo utilizzare anche un midrange.

Da questo punto di vista quindi la soluzione due vie, quando implementanta con intelligenza in diffusori di medie dimensioni, presenta alcune caratteristiche vincenti che la rendono estremamente conveniente.

Nei diffusori di dimensioni piccole questa è una scelta quasi obbligata. Per i diffusori di grande impegno e dimensioni le soluzioni ottimali possono essere diverse e non necessariamente semplici. In questa categoria di diffusori infatti gli ingombri ed i costi passano in secondo piano rispetto allo scopo principe che è quello delle migliori prestazioni sonore possibili.

Che altoparlanti?

È un errore comune il pensare che un grande altoparlante (woofer) riproduca molti bassi.

La quantità e la qualità della riproduzione della gamma bassa dipendono da così tanti fattori che la dimensione, ovvero il diametro, del woofer passa decisamente in secondo piano.

La qualità è fondamentale: un buon altoparlante, progettato con criterio, può fare autentici miracoli in termini di quantità e di qualità della gamma bassa. Capita frequentemente di incontrare persone stupite davanti ad un piccolo diffusore che riproduce dei bassi credibili. Molti si affrettano a cercare il subwoofer nascosto (vedi oltre) o il trucco che consenta tale prodigio.

Allo stesso modo i tweeters non sono da valutare in base al materiale del quale sono costituiti, titanio, ceramica o plutonio (!), ma dalla loro qualità intrinseca che, difficilissima da valutare a vista, diventa evidente alla prova dei fatti, cioè all'ascolto.



Il biwiring

Tra i diffusori in commercio, anche quelli più economici, è diffusa la moda di disporre di quattro morsetti d'ingresso anzichè i soliti due (positivo e negativo).

Uno sguardo più attento vi rivelerà che una coppia di morsetti è dedicata al woofer e l'altra al tweeter.

In definitiva, pur essendo uno l'amplificatore che alimenta le casse, esso verrà collegato con una coppia di cavi per canale, una per il woofer l'altra per il tweeter.

A questo argomento abbiamo dedicato una intera Monografia sul collegamento ampli-casse che tratta oltre al biwiring anche il biamping, la multiamplificazione ed altro ancora.

I sistemi separati satelliti + subwoofer

In tutti i negozi avrete notato il proliferare di questi sistemi dotati di due cassettine minuscole (cubi da 10 cm per lato) più un altro aggeggio da mettere per terra e nascondere alla vista di occhi indiscreti. Tanto per capirci subito parliamo di sistemi tipo (e sottolineo tipo) Acoustimass della Bose.

Molti di voi saranno cascati nel bonario inganno del sentire tanti bassi e non capire da dove provenissero.

Bene, tali generi di sistemi, lodevoli perchè permettono un occultamento pressochè totale del sistema di diffusione, croce di tante mogli, madri, fidanzate e nonne, presentano in realtà una serie di inconvenienti (a meno che non crediate ai miracoli) di non trascurabile rilevanza dal nostro punto di vista. Vediamo quali.

Non c'è bisogno di una laurea in ingegneria elettronica per capire che degli scatolotti cubici che stanno nel palmo di una mano non possono fisicamente riprodurre tutta la Musica senza problemi.

È chiaro anche a mia nonna che il trucco ci deve essere da qualche parte, altrimenti i costruttori di diffusori di dimensioni normali avrebbero chiuso i battenti già da diverso tempo.

Il problema sono i bassi. Allora si è pensato di far riprodurre i bassi ad una unità separata necessariamente non lillipuziana, da nascondere dietro tende e divani. Ciò è possibile perchè le basse frequenze sono omnidirezionali cioè il nostro orecchio non riesce a determinarne esattamente la provenienza. Questo a patto che le frequenze siano davvero basse, diciamo abbondantemente sotto i 200 Hz altrimenti il nostro orecchio non cade nella trappola e comincia ad individuare la sorgente sonora.

Purtroppo i cubi da 10 cm non solo non riescono a riprodurre le frequenze più basse ma hanno dei problemi anche con la gamma medio-bassa, diciamo quella dove spesso cadono alcune note della voce umana oltre che di altri strumenti, ragion per cui hanno bisogno di relegare la riproduzione di tali frequenze al solito scatolone nascosto dietro la tenda.

Il risultato? Le voci di certi cantanti le sentite per metà dentro i cubetti e per metà nello scatolone (subwoofer) che sta per terra, con un effetto di scollamento dell'immagine stereofonica riprodotta che fa venire i brividi.

La prossima volta che li sentite provate ad ascoltarli per davvero.

Vi accorgerete che il subwoofer non sempre è acusticamente invisibile e che, anzi, spesso sarete in grado di percepire il suono provenire direttamente da esso.

C'è soluzione a questo problema? Certo, basta fare i cubetti più grandi di modo tale che riescano a riprodurre anche buona parte della gamma bassa, lasciando le note più profonde al subwoofer che a quel punto sarà effettivamente invisibile. Cioè dovremmo aumentare le dimensioni dei cubetti, con tanti saluti alla comodità del poterli installare tra l'orologio a cucù ed il porta CD.

Inoltre, il fatto di poter installare i cubetti dove ci pare va contro ogni logica della riproduzione stereofonica che vuole le casse sulla stessa parete, con i tweeters all'altezza delle orecchie e con l'ascoltatore seduto al terzo vertice di un ipotetico triangolo che ha nelle casse gli altri due.

Se stavate meditando di risolvere i problemi estetici e logistici con un sistema di cubetti bè, adesso almeno sapete a quali rinunce andate incontro. Sta a voi decidere quale aspetto giudicate più importante.

Il posizionamento in breve

È chiaro che non si può in poche righe spiegare ed analizzare a fondo tutta la problematica inerente al corretto posizionamento in ambiente di un sistema di altoparlanti. Per questo motivo rimando ad una trattaziane separata (vedasi la sezione Diffusori) o al manuale d'istruzioni dei diffusori.

Diciamo solo che se le casse sono da supporto, da libreria o freestanders (3 sinonimi per lo stesso principio) esse necessitano di supporti ad hoc. Evitate le librerie, gli scaffali ed i mobili. Non potreste fare più danno sistemando le vostre casse in questo modo.

Ricordate che il corretto posizionamento delle casse è conditio sine qua non affinchè si possa parlare di riproduzione ad Alta Fedeltà.

Soluzioni di ripiego come casse sulle librerie a due metri d'altezza, appese ai muri o sdraiate per terra (se non progettate per tale posizione) non sono degne di essere prese neanche in considerazione.

In definitiva, se non potete dedicare al vostro presente o futuro impianto HiFi una sistemazione degna ed accurata rinunciate a ogni velleità audiofila. Un impianto mal posizionato è un insulto alla buona Musica riprodotta.

Quindi, come dicevamo, se le vostre casse necessitano di supporti (stands), acquistateli subito e sceglieteli in modo tale che posizionino il tweeter circa all'altezza delle vostre orecchie quando siete seduti in posizione d'ascolto. Inoltre le casse, di qualunque tipo esse siano, vanno obbligatoriamente posizionate lungo la stessa parete mentre il punto d'ascolto sarà nella parete opposta, in modo da formare un ideale triangolo con le due casse.

Per l'ottenimento di una credibile scena acustica (o immagine stereofonica) è buona norma tenere le casse distanti dalle pareti circostanti. Tenete altresì conto del fatto che la vicinanza del pavimento o della parete posteriore comporta un rinforzo dell'emissione in gamma bassa a discapito della pulizia della gamma media (esclusi i casi di progetti nati espressamente per simili posizionamenti).



Se le casse sono da pavimento posizionatele pure...sul pavimento, avendo l'accortezza di non addossarle alla parete posteriore a meno che ciò non sia espressamente richiesto dal costruttore.

Spesso i modelli da pavimento sono provvisti di punte coniche da utilizzare come piedini d'appoggio. A proposito delle punte e di altre diavolerie potrete trovare qualche utile suggerimento in un articolo dedicato.



Conclusioni

In conclusione possiamo dire che potete dimenticarvi anche di tutto quello che avete appena letto purchè vi ricordiate che la scelta delle casse è quantomai una questione di gusto personale e ciò che può suonare divinamente per qualche recensore può anche non incontrare le vostre preferenze.

Inoltre non esistono casse per il rock o per la classica. Esistono casse che suonano meglio di altre o che privilegiano determinati aspetti della riproduzione musicale piuttosto che altri. Bisogna essere pronti ad accettare dei compromessi perchè, a meno di non disporre di cifre esorbitanti, ogni sistema di altoparlanti è una sapiente miscela di qualità e di difetti.

Sta a voi decidere se sacrificare un aspetto a vantaggio di altri che ritenete più rilevanti nella ricostruzione credibile dell'evento musicale.

KLIPSCH Canale centrale RC52 (singolo) Nero Klipsch

Poiché il diffusore del canale centrale riproduce oltre il 60 percento della colonna sonora di un film- Klipsch ha investito molte risorse nello sviluppo dell'RC-52 serie Reference. Con la sua sintesi ideale di tecnologia- qualità del suono e raffinatezza del design- questo diffusore mette l'ascoltatore al centro del palcoscenico.


Da sempre- le esclusive trombe Tractrix® sono una parte essenziale di questa serie che incontra un ampio favore nel pubblico. Nell'RC-52 questa tecnologia è stata perfezionata ridisegnando la geometria della gola della tromba per ottenere un suono più realistico. A monte della tromba- un tweeter in titanio da 2-5 cm con un potente motore magnetico al neodimio assicura una combinazione unica di precisione- nitidezza sonora e dinamica.

L'RC-52 impiega due woofer da 13-3 cm per garantire la qualità dei bassi- in Cerametallic?- con protezioni parapolvere in rame rovesciate- hanno un rapporto rigidezza/massa molto alto e ottime caratteristiche di smorzamento.

La tecnologia Klipsch Tapered Array? fa intervenire entrambi i woofer alle frequenze più basse - mantenendo l'uscita elevata necessaria per assicurare buone prestazioni sul canale centrale - ma solo uno nell'intera gamma di frequenze intermedie- dove si inserisce il tweeter. Viene così eliminata l'interferenza tra le uscite dei woofer- un difetto nella progettazione convenzionale di un diffusore che può compromettere gravemente la qualità del suono ai lati dell'area di ascolto.

La rigidezza della cassa dell'RC-52 è stata ulteriormente migliorata con traverse interne che riducono al minimo le vibrazioni dei pannelli- che potrebbero colorare il suono- e con aperture gemelle anteriori per eliminare il rumore di turbolenza- mentre l'aumento delle nervature del diaframma intorno alla bocca della tromba migliora in modo sostanziale l'acustica nell'intera gamma di frequenze. Per assicurare purezza del segnale e perfetta integrazione dei driver- il crossover dell'RC-52 impiega componenti della più alta qualità e cablaggi interni Klipsch su misura.

Disponibile con una finitura in vinile simil-legno - frassino nero- l'RC-52- interamente schermato per l'uso presso sorgenti video- è dotato di una griglia a bassa diffrazione- fissata magneticamente- che accentua ancora di più l'eleganza di questo diffusore.Altezza 17-2 cm

driver per basse frequenze Due woofer con cono in Cerametallic? da 13-3 cm

tipo di cassa Bass-reflex con due aperture anteriori

larghezza 52-1 cm

finiture Vinile simil-legno - ciliegio o frassino nero

anno iniziale di produzione 2006

peso 10 kg

profondità 26-7 cm

montaggio Mediante piedini- inclinabile verso l'alto e verso il basso

impedenza nominale Compatibile con 8 ohm

risposta in frequenza 67 Hz - 23 kHz ± 3 dB

sensibilità 96 dB a 2-83 V/m

potenza 125 W rms / 500 W di picco

crossover per alte frequenze 1400 Hz- 1600 Hz

driver per alte frequenze Driver a compressione con diaframma in titanio da 2-5 cm accoppiato a una tromba Tractrix® quadrata da 90 x 60 gradi


euro 287.00

KLIPSCH Diffusori acustici RB51 (coppia) Nero Klipsch

Costruito secondo gli stessi rigorosi standard a cui si conformano tutti i modelli da pavimento serie Reference- l'RB-51 rappresenta una sintesi ideale di tecnologia- prestazioni e raffinatezza del design. Questo diffusore studiato in tutti i dettagli offre una qualità del suono finora ritenuta non possibile.


Da sempre- le esclusive trombe Tractrix® sono una parte essenziale di questa serie che incontra un ampio favore nel pubblico. Nell'RB-51 questa tecnologia è stata perfezionata ridisegnando la geometria della gola della tromba per ottenere un suono più realistico. A monte della tromba- un tweeter in titanio da 2-5 cm con un potente motore al neodimio assicura una combinazione unica di precisione- nitidezza sonora e dinamica.

L'RB-51 impiega un woofer da 13-3 cm per garantire la qualità dei bassi- in Cerametallic?- con protezioni parapolvere in rame rovesciate- presenta un rapporto rigidezza/massa molto alto e ottime caratteristiche di smorzamento.

L'aumento delle nervature del diaframma intorno alla bocca della tromba migliora in modo sostanziale l'acustica nell'intera gamma di frequenze. Per assicurare purezza del segnale e perfetta integrazione dei driver- il crossover dell'RB-51 impiega componenti della più alta qualità e cablaggi interni Klipsch su misura.

Disponibile con una finitura in vinile simil-legno - frassino nero- l'RB-51 è dotato di una griglia a bassa diffrazione- fissata magneticamente- che accentua ancora di più l'eleganza di questo diffusore.Altezza 29 cm

driver per basse frequenze Cono in Cerametallic? da 13-3 cm

tipo di cassa Bass-reflex con apertura posteriore

larghezza 16-5 cm

finiture Vinile con venature di frassino nero

anno iniziale di produzione 2006

peso 5-5 kg

profondità 27-3 cm

montaggio Staffa con foro e due inserti filettati da 1/4"-20

impedenza nominale Compatibile con 8 ohm

risposta in frequenza 50 Hz - 23 kHz ± 3 dB

sensibilità 92 dB a 2-83 V/m

potenza 75 W rms / 300 W di picco

crossover per alte frequenze 2000 Hz

driver per alte frequenze Driver a compressione con diaframma in titanio da 2-5 cm accoppiato a una tromba Tractrix® quadrata da 90 x 60 gradi




euro 294.00